martedì 29 novembre 2011

Altri disservizi per i disabili

 
Avevamo già portato sul nostro blog una testimonianza di come la dirigenza di Trenitalia non abbia in minima considerazione i problemi dei disabili e di come l’assistenza sia sostanzialmente legata alla buona volontà di chi, per caso, si trova a prendere un treno assieme a una persona con difficoltà di movimento.
Ne dà conferma un articolo del Corriere della Sera che racconta la storia di Mariacaludia.


Mariaclaudia è un insegnate precaria che lavora a quasi 200 km da casa per 700 € al mese, come se non questo non bastasse come difficoltà, Mariaclaudia costretta su una carrozzina. Quando viaggia su treni “di fascia alta” (tipo intercity) non ci sono problemi, ma sui regionali la musica cambia: i treni sono attrezzati per le biciclette e non per le carrozzine!
Ancor più inquietante risposta di Ferrovie dello stato, che ammette candidamente:
 
“la richiesta della signora ad oggi non può essere accolta in quanto, anche se gli investimenti che si stanno facendo per l’abbattimento delle barriere architettoniche sono notevoli, attualmente solo il 15% dei treni regionali in Abruzzo è attrezzato per i disabili. E non sarebbe possibile, anche volendo, cambiare immediatamente l’intera flotta. La situazione è diversa per i treni di lunga percorrenza, 350 dei quali, su un totale di 600, sono forniti sul territorio nazionale di queste soluzioni. Bisogna poi tener presente che un convoglio non attrezzato non effettua sempre lo stesso percorso, per cui risulterebbe inutile intervenire su singoli convogli”.

Lanciamo una domanda che, come sempre, non troverà risposta da parte delle istituzioni…
Ma il trasporto regionale non dovrebbe essere un servizio pubblico? Non dovrebbe garantire i diritti di tutti?

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