giovedì 12 maggio 2011

Deposito bici a rischio chiusura


Oggi su Libertà leggiamo l'appello di Giovanna Boselli, la responsabile amministrativa del "Bike Park" (ovvero il deposito a pagamento delle biciclette in stazione) che lancia un SOS per la sopravvivenza della struttura.
La signora racconta che nonostante "il successo e il gradimento della iniziativa" purtroppo la struttura non riesce a sostenersi autonomamente dal punto di vista economico.

Non ci riesce, aggiungiamo noi, neppure con il contributo annuale di 30mila euro che le viene elargito dal Comune, spese correnti escluse (per intenderci, è il Comune che paga le bollette: forse è per questo che le luci non vengono spente neppure negli orari di chiusura?).

L'articolo pubblicato ci sembra una inserzione pubblicitaria, un invito ai pendolari a provare il servizio per raggiungere finalmente quei 400 abbonamenti che, secondo i loro conti, dovrebbe garantire l'autosufficienza finanziaria.

Ma c'era bisogno di questo spot? A nostro avviso no, è decisamente una richiesta fuori luogo.


I 400 clienti ci dovrebbero già essere: sono i sottoscrittori della petizione che, stando alle dichiarazioni del Comune, avevano richiesto a gran voce il servizio di custodia.

Da sempre siamo stati dubbiosi su questo punto ed avevamo richiesto di prendere visione di quelle firme: non ci sono mai state consegnate e poichè neppure i giornalisti hanno avuto il privilegio di esaminarle siamo portati a pensare che non esistano.

La questione delle firme è solo uno dei punti grigi sui quali, come Associazione e cittadini, chiediamo chiarimenti: tutta la questione non brilla per trasparenza, a partire dagli appalti e dalle delibere promosse in tutta fretta, alla documentazione che il Comune (nonostante una sentenza del Difensore Civico) si ostina a non consegnare.

Però delle firme vere, certificate, ci sono: sono quelle che abbiamo raccolto come Associazione e che abbiamo consegnato in Comune con tanto di protocollo: sono le firme di circa 400 pendolari che, in totale disaccordo con le scelte dell'Amministrazione, richiedono il ripristino della condizione di parcheggio gratuito.

La posizione della nostra Associazione sul tema parcheggi è sempre stata chiara: non neghiamo vi siano pendolari che legittimamente desiderano un servizio di custodia ma auspichiamo che gli spazi destinati a questo servizio debbano essere adeguati alle reali richieste.
In altre parole, riteniamo non ottimale destinare l'intero capannone (400 posti) alla cooperativa che gestisce il servizio di parcheggio a pagamento quando, secondo le nostre verifiche, le persone interessate alla custodia sono solo una cinquantina.

Tra i 150 abbonamenti dichiarati (numeri che prendiamo per buoni, ma invitiamo chi attraversa il deposito per raggiungere il parcheggio auto a contare: avrà delle divertenti sorprese...) ci sono sicuramente persone che li hanno sottoscritti obtorto collo, stanchi delle vessazioni attuate dal Comune che prima ha istituito il divieto di sosta (con rimozione!) in P.zle Marconi e poi ha posizionato le rastrelliere gratuite (e scoperte) lontane dagli ingressi della stazione.

Come Associazione ripetiamo quindi, ancora una volta, il nostro appello affinchè si torni attorno ad un tavolo per ripensare complessivamente al problema dei parcheggi, sia di quelli per biciclette che quelli per autovetture.

Le nostre proposte, che abbiamo divulgato con tutti i mezzi, sono semplicie e di buon senso, basate sulle evidenze ma soprattutto sulla esperienza di chi vive, suo malgrado, la zona: ad esempio, nel caso del capannone, da sempre sosteniamo che la soluzione più semplice sarebbe la suddivisione degli spazi, per accontentare sia chi desidera la custodia, sia quei pendolari che utilizzano biciclette talmente vecchie che non valgono il costo dell'abbonamento.

Fintantoché le nostre richieste non saranno ascoltate noi continueremo a protestare, pacificamente, disertando i locali ed invitando a non utilizzare il servizio: come Associazione auspichiamo che nessun altro finanziamento venga concesso alla iniziativa e che a fine contratto (dovrebbe essere giugno) non venga rinnovata la convenzione con la cooperativa, in modo che tutto torni alla normalità.

Per concludere, l'ultima precisazione in amore di verità: non è vero, come scritto nell'articolo-informazione-pubblicitaria che "il servizio è apprezzato": costantemente riceviamo email di pendolari che si lamentano per la scarsa cortesia e professionalità.

Alleghiamo per conoscenza la più recente email che ci è arrivata: siccome qualcuno sicuramente dubiterà sulla autenticità invitiamo da subito i miscredenti a partecipare alla nostra Assemblea periodica (la prossima si terrà giovedì 26 Maggio) per verificare di persona nomi e date.

Vi comunico che purtroppo dal mese di aprile ho ceduto al sopruso del parcheggio a pagamento per le biciclette. Entrando ho notato innanzitutto la desolazione di rastrellerie asportate e di moltissimi posti bici vuoti. Ho pagato la tassa mensile e mi è stata chiesta un'ulteriore tassa di 5 euro per una catena da me non richiesta della quale comunque mi era consegnata solo una delle due copie delle chiavi. L'ho pagata anche se a malincuore. Successivamente ho lasciato la catena fissata al mio posto bici [rimosso] e l'ho sempre chiusa solo con la mia personale catena. Mi sembra ovvio che io preferisca chiudere la mia bici con una catena personale della quale solo io ho le chiavi. Ieri ho quindi pagato il rinnovo mensile e stamattina ho trovato la mia bici bloccata con la catena della quale i gestori avevano mantenuta una copia. Non trovando subito la mia copia della chiave per aprirla, mi sono recato immediatamente a protestare ed a reclamare l'immediato rilascio della mia bicicletta per la quale era già stato pagato il deposito mensile. Per ottenere un rapido intervento ho dovuto minacciare di rivolgermi ad un legale per il dissequestro del mio velocipede. I gestori hanno borbottato sostenendo che quella era la loro procedura per riconoscere chi aveva pagato e chi no. A me non interessa la modalità con cui fanno le loro verifiche per i pagamenti. Sta di fatto che ritengo profondamete illegittimo il sequestro di una bicicletta per la quale era stato già pagato il regolare deposito mensile. Chiedo quindi all'Associazione di protestare per l'accaduto che, a detta dei gestori, sembrerebbe essere la loro modalità abituale. Un ringraziamento per il vostro supporto
D.R.

1 commento:

Massimo Cassinari ha detto...

Aggiungerei che le bici dei 400 che hanno firmatoper il posteggio gratuito di sono tutte: sparse fra le rastrelliere remote e ai margini di Piazzale Marconi, sulla linea di confine per la rimozione.

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